Maria Meliante
Psicologa Psicoterapeuta
Psicologa Clinica, iscritta all’Albo degli psicologi della Lombardia con n.03/15496. Laureata presso l’Università degli Studi di Chieti.
Si è specializzata in terapia Cognitivo-Comportamentale presso la scuola Asipse di Milano, per poi approcciarsi negli anni alla Schema Therapy e alla terapia Dialettico Comportamentale (DBT) che riconosce come metodi efficaci e funzionali da integrare nella propria pratica clinica.
Dal 2014 si occupa di individuazione e intervento precoce di gravi psicopatologie è anche autrice e coautrice di diverse pubblicazioni su questo tema.
Lavora come consulente presso l’ASST- Grande Ospedale Metropolitano e l’ASST-Brianza, in cui svolge attività clinica e di ricerca ed è parte dei rispettivi team DBT in cui ricopre il ruolo di psicoterapeuta individuale e conduttrice di gruppi di Skills training.
La mia attività è orientata prevalentemente al trattamento di:
- Disturbi d’ansia
- Disturbi dell’umore
- Disturbi di personalità
- Disagio o difficoltà relazionali
- Difficoltà legate a fasi di vita (adolescenza, gravidanza, menopausa, pensionamento ecc.)
- Consulenza genitoriale
- Problemi legati alla comunicazione
- Problem solving (strategie di gestione dei problemi)
- Individuazione e intervento precoce di giovani in una condizione di rischio o di esordio psicotico
La Dialectical behavior therapy (DBT), sviluppata tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 da Marsha M. Linehan, professoressa di Psicologia Clinica presso la Washington University di Seattle (USA), è un trattamento cognitivo-comportamentale complesso originariamente sviluppato per soggetti a grave rischio suicidario che in seguito è stato specificamente applicato a soggetti che soffrono di disturbo borderline di personalità. Attualmente considerato trattamento d’elezione ed evidence-based per il Disturbo Borderline di Personalità (DBP). La ricerca empirica ha ampiamente dimostrato l’efficacia della DBT nel ridurre i comportamenti suicidari, i ricoveri in ambiente psichiatrico, l’abbandono delle cure, l’abuso di sostanze, la disregolazione emozionale e le difficoltà interpersonali.
La DBT concepisce il disturbo Borderline della Personalità facendo riferimento alla teoria biosociale. Secondo la teoria biosociale, il cardine del disturbo borderline della personalità è la disregolazione emotiva. La disregolazione emotiva, intesa come difficoltà a gestire le proprie emozioni e a farne un uso efficace e adattivo.
Alla base della disregolazione emotiva si ritrova quello che Marsha Linehan definisce vulnerabiltà emotiva, caratterizzata da tre specifici elementi: a) una sensibilità molto elevata agli stimoli emotigeni; b) una reattività molto intensa agli stimoli emotigeni; c) un lento ritorno allo stato emotivo di base una volta che vi è stata l’attivazione emotiva. La disregolazione emotiva nel disturbo di personalità borderline consiste nella combinazione tra un sistema di risposta iper-sensibile e iper-reattivo e una deficitarietà nel regolare le emozioni e i comportamenti che ne conseguono. In particolare, vengono attuate strategie di regolazione emotiva maladattive e inadeguate. Oltre alla vulnerabilità emotiva, l’elemento ambientale e contestuale che gioca in interazione ad essa per l’instaurarsi della disregolazione emotiva è il cosiddetto ambiente invalidante.
La caratteristica dell’ambiente invalidante è la tendenza a rispondere in modo disfunzionale e inappropriato alle esperienze emotive e cognitive (ad esempio, emozioni, pensieri e credenze) del soggetto. Per esempio è frequente ritrovare risposte genitoriali non sintoniche e avversative al mondo cognitivo-emotivo del bambino, limitando in questo modo lo sviluppo delle capacità di regolazione emotiva.
Le persone possono essere infastidite, o spaventate, da emozioni troppo intense e frequenti. Nel tentativo di liberarsi di ciò, possono indurre la persona a ridurre le proprie manifestazioni emotive affermando che esse sono sbagliate, strane, folli: “Non fare la bambina! Piantala di frignare!”, “La gente normale non se la prende per così poco!” “Smetti di lagnarti e risolvi il problema!”.
Ogni essere umano sperimenta invalidazioni piuttosto frequentemente, il problema diventa grave quando vi sono ripetute transazioni tra la vulnerabilità e l’ambiente nel corso del tempo, soprattutto quando una persona è molto giovane e sta imparando ad avere a che fare con le emozioni. La persona con vulnerabilità emotiva che ha fatto esperienza di un ambiente invalidante proverà più frequentemente:
- Intensa vergogna, perché gli è stato detto che le sue emozioni sono sbagliate;
- Intensa paura, perchè ha ricevuto delle punizioni quando esse sono apparse;
- Un emozione secondaria, spesso rabbia, forte abbastanza da liberarla della prima emozione;
- A pensare che sia facile sbarazzarti delle emozioni, perché gli altri gli hanno sempre detto che bisogna fare così;
Sfiducia nelle sue reazioni, perché gli altri dicono sempre che sono sbagliate o patologiche, questo porterà la persona ad avere costantemente bisogno degli altri per identificare e descrivere la sua esperienza che si accompagna in genere ad un profondo senso di solitudine;
Disperazione quando le emozioni diventano intense e disregolate che induce la persona a fare qualsiasi cosa per liberarsene e lenire quanto emerge fino alla messa in atto comportamenti problematici come: usare farmaci impropriamente, droghe, cibo, compiere azioni autolesive.
Il modello di intervento adotta un approccio dialettico per “una vita degna di essere vissuta”, un approccio di ricerca di equilibrio tra due principi fondamentali: il primo fa riferimento all’accettazione della realtà così come è e comporta un atteggiamento empatico e compassionevole nei confronti della sofferenza e della persona che chiede aiuto, il secondo si rifà al principio del problem solving e lavora nella direzione di produrre cambiamento. Consiste in una combinazione di psicoterapia individuale, skills training di gruppo, consultazione (coaching) telefonica e un team di consultazione tra terapeuti. Lo Skills Training è finalizzato all’apprendimento di specifiche abilità quali: Mindfulness, Regolazione Emozionale, Tolleranza della Sofferenza ed Efficacia Interpersonale.