Disturbi specifici apprendimento (DSA)
Cosa sono i DSA?
L’espressione “disturbi specifici dell’apprendimento” (DSA) indica la presenza, in un bambino senza deficit intellettivi, di difficoltà nell’apprendere e utilizzare una specifica abilità, come ad esempio la lettura, la scrittura, la capacità di ragionamento matematico, la conoscenza e l’utilizzo dei numeri.
La presenza di un DSA causa frequentemente difficoltà scolastiche in quanto può inficiare facilmente le prestazioni a scuola, in misura proporzionale all’entità del disturbo.
Il bambino non riesce a stare al passo con l’andamento della classe in una o più materie; non legge come i suoi compagni o non ha la stessa abilità nello scrivere o effettuare operazioni aritmetiche e questo può determinare bassa autostima, irrequietezza, irritabilità, rifiuto verso la scuola, ansia.
Per questo è bene intervenire il prima possibile.
Non è una questione di intelligenza
I bambini e i ragazzi con DSA presentano un’intelligenza del tutto normale e, in alcuni casi, persino superiore alla media dei soggetti di pari età e livello di istruzione.
Le cause della presenza di un DSA sono molteplici: gli studi scientifici sull’argomento le identificano soprattutto in alterazioni del funzionamento di alcune aree cerebrali deputate all’apprendimento di abilità come la lettura o la scrittura.
Familiarità
Generalmente i figli di persone che in età scolare hanno presentato difficoltà nella lettura, nella scrittura o nell’apprendimento delle abilità matematiche hanno una probabilità maggiore di manifestare difficoltà analoghe. Naturalmente questo non significa che se un genitore ha manifestato difficoltà in una delle aree sopra citate, automaticamente anche i suoi figli presenteranno le medesime problematiche.
I DSA sono:
- dislessia
- disortografia
- disgrafia
- disturbo della comprensione del testo
- discalculia
Dislessia
Disturbo specifico di lettura
La dislessia è un disturbo che caratterizza la lettura: la capacità di leggere di un soggetto dislessico risulta inferiore rispetto a quella dei coetanei che hanno ricevuto un analogo livello di istruzione, in presenza di un’intelligenza normale.
La dislessia può manifestarsi attraverso tre caratteristiche:
- ridotta velocità di lettura: il bambino legge più lentamente rispetto ai coetanei che hanno ricevuto la stessa istruzione (ad esempio rispetto alla media dei compagni di classe).
- aumento di errori nella lettura: mentre legge, il ragazzo fa più errori rispetto ai coetanei di pari istruzione.
- ridotta comprensione del testo: spesso i bambini dislessici, anche a causa dello sforzo compiuto nel tentativo di migliorare la velocità e/o la precisione della lettura, non riescono a comprendere il contenuto del testo.
Queste componenti possono presentarsi singolarmente o in combinazione. La lettura a mente e quella ad alta voce risultano più lente; la lettura ad alta voce si caratterizza generalmente per un maggior numero di errori, come omissioni, sostituzioni, inversioni dell’ordine di lettere e sillabe.
Di seguito viene illustrato un prospetto di errori che i bambini con dislessia compiono con frequenza durante la lettura; questi errori potrebbero indicare la presenza di dislessia:
- difficoltà nell’identificare, confusione e sostituzione tra lettere simili dal punto di vista grafico (es. “c-e”; “f-t”; “m-n”);
- difficoltà nel distinguere e sostituzione tra lettere simili dal punto di vista grafico (es. “a-e”; “b-d”; “d-q”; “p-b”; “u-n”);
- difficoltà nel distinguere e scambio tra lettere che corrispondono a suoni simili (es. “t-d”; ”s-z”; “f-v”; “c-g”; “l-r”; “p-b”; “m-n”);
- omissione di parole e/o salti di riga: per un bambino o ragazzo con dislessia è spesso difficile “tenere il segno” durante la lettura: lo sforzo effettuato per aumentare la velocità, fare meno errori o comprendere meglio il testo aumenta la probabilità che il soggetto salti una parola, un gruppo di parole o una riga intera
- omissione di lettere e sillabe: durante la lettura può succedere che il bambino non legga alcune lettere o salti sillabe intere;
- inversione di sillabe: il bambino inverte le posizioni di due sillabe adiacenti all’interno di una parola (es. alfabeto potrebbe diventare alfatobe o anche alfatebo);
- aggiunte e ripetizioni di sillabe o lettere dentro la stessa parola (es. “pendololo” al posto di “pendolo”; saltellite invece di “satellite”);
- difficoltà nella lettura di parole che mai viste prima, poco utilizzate nella lingua parlata;
- difficoltà di riconoscimento dei gruppi di consonanti come (“gh”; “gl”; “gn”; “sc”);
- anticipazione della parola: man mano che il bambino procede nel percorso scolastico, aumenta il suo lessico. Spesso i bambini dislessici anticipano la parola che stanno leggendo dopo averne letta una parte, senza leggere tutta la parola. Ad esempio, leggendo la parola aerobico, potrebbero leggere aeroplano, dopo aver visto la parte “aero”.
- Difficoltà nell’imparare la sequenza dei giorni della settimana e dei mesi dell’anno
Molti bambini e ragazzi con dislessia presentano difficoltà anche nella scrittura, effettuando errori simili a quelli che compiono durante la lettura. Spesso si riscontrano difficoltà nell’apprendimento di lettura e scrittura in lingua straniera (soprattutto in inglese).
Disturbo specifico di scrittura
I DSA che riguardano le abilità di scrittura sono 2:
- disortografia
- disgrafia
Disortografia
L’essenza del disturbo è costituita dalla difficoltà nel tradurre i suoni linguistici, ovvero le parole pronunciate da un interlocutore, che vengono percepite correttamente, in parole scritte.
Il bambino sente bene la parola, la riconosce, ma il passaggio tra la percezione e la scrittura risulta più difficile rispetto ai bambini di pari età e istruzione.
Di seguito vengono illustrati gli errori che il bambino disortografico spesso compie in un compito di scrittura:
- confusione tra lettere simili tra loro (es. “a-e“; “a-o”; “a-u”; “b-p”; “f-v”; “l-r”; “o-u”; “t-d”; “u-v”);
- spesso i ragazzi con disortografia scambiano lettere simili graficamente, ma orientate in direzioni speculari (es. “p-b”);
- omissioni di alcune parti della parola (spesso si tratta di omissioni di doppie; è possibile che vengano omesse anche singole lettere nella parola);
- Frequentemente i soggetti disortografici invertono l’ordine delle sillabe o delle lettere che si trovano in una parola: ad esempio, potrebbero scrivere “antipelo” anziché “antilope” o “scoialotto” anziché “scoiattolo”.
Disgrafia
La disgrafia riguarda l’aspetto grafico del processo di scrittura:
- le parole scritte risultano difficilmente leggibili;
- spesso il bambino fatica a rispettare l’organizzazione dello spazio che sarebbe stabilita da righe o quadretti: spesso inizia seguendo la riga, per poi perdersi per esempio verso il basso, invadendo la riga sottostante.
- Analogamente, si riscontrano difficoltà nel seguire i margini; possono esserci spazi anche molto diversi tra una parola e l’altra, o anche tra le lettere all’interno della stessa parola.
- Il bambino disgrafico spesso impugna la penna in modo scorretto o esercita una pressione eccessiva sul foglio, arrivando a bucarlo.
- Spesso i gesti nel processo di scrittura non risultano fluidi: la penna viene staccata dal foglio più del dovuto; il bambino può scrivere “a scatti”.
- La copia di una figura geometrica o di un disegno risulta molto difficile: frequentemente non vengono rispettate le proporzioni e il disegno non è uniformemente distribuito nel foglio.
- Molto frequentemente anche la velocità di scrittura è
La disgrafia può manifestarsi più facilmente in bambini che hanno difficoltà nella coordinazione motoria.
Disturbo della comprensione del testo
Tale disturbo ha come caratteristica la difficoltà a:
- capire il significato di un testo,
- riassumerne i passaggi principali per iscritto,
- ordinare cronologicamente o secondo l’importanza ai fini del testo i diversi elementi dello stesso
- ripetere oralmente un testo letto
- riassumere oralmente e secondo un ordine un testo letto
Gli errori più frequenti riguardano:
- fraintendimenti di significato
- modificazioni nell’ordine cronologico di un racconto
- confusione tra i personaggi, nello stabilire “chi ha fatto cosa?”
- omissione di passaggi
- talvolta introduzione di passaggi che non erano presenti nel testo
Disturbi specifici del calcolo
Discalculia
La discalculia consiste nella difficoltà nell’apprendere le conoscenze matematiche, i numeri e le operazioni aritmetiche.
Di seguito vengono elencate le difficoltà tipicamente incontrate dai soggetti discalculici:
- l’apprendimento dei simboli numerici risulta problematico, rallentato e poco preciso;
- spesso il bambino fatica a riconoscere i numeri scritti
- la memorizzazione dei cosiddetti “fatti numerici”, ad esempio le tabelline, è spesso difficoltosa, richiede molto tempo e appare imprecisa, nonostante i numerosi tentativi;
- l’esecuzione delle operazioni aritmetiche è caratterizzata da lentezza eccessiva e/o errori
- nelle operazioni con i numeri decimali il soggetto non sa inserire tali numeri nella posizione corretta
- spesso si riscontrano difficoltà nell’allineare i numeri lungo una sequenza, ordinandoli in ordine crescente o decrescente
- quando deve svolgere un’operazione, il soggetto con discalculia fatica a ricordare i passaggi da effettuare
- durante l’esecuzione dei calcoli, solitamente il soggetto non organizza correttamente lo spazio sul foglio (ad esempio: inserire una cifra per quadretto; i numeri sono incolonnati male, o scritti troppo vicini l’uno all’altro)
- di fronte ad un problema aritmetico, ci sono spesso difficoltà nell’individuare i dati che servono per risolvere il problema, distinguendoli da quelli che non sono necessari
Di seguito viene fornito un prospetto degli errori che solitamente caratterizzano la discalculia:
- errori nel conteggio e nell’enumerazione, come l’omissione di numeri (es. 1, 2, 4, 5, 7, 8, 10 …);
- errori nella trasformazione di un numero da lettere a cifre e da cifre a lettere (es.: cinquantaquattromilaottocentosei potrebbe essere scritto come 54000806 o come 5486)
- errori nel recupero di fatti aritmetici, vale a dire le regole base della Matematica, come le tabelline;
- spesso il soggetto non riesce a seguire le procedure che caratterizzano lo svolgimento corretto di un’operazione: ad esempio, può ricordarsi di applicare il riporto nel primo passaggio di un’addizione e dimenticarlo nel secondo;
- l’applicazione delle procedure è spesso costellata di errori.